Venezia promette bene, ma il film di Clooney ci fa quasi vergognare Apre George Clooney, il regista più ideologico e mediaticamente esposto: “The Ides of March” – dal dramma di Beau Willimon che nel 2004 lavorò alla campagna elettorale di Howard Dean – racconta un giovane idealista che perde l’innocenza appena guarda dietro le quinte. Fa perfino vergogna riassumere la trama (ma ’sti giovanotti dove vivono prima di buttarsi in politica, al cinema non vanno proprio mai?), e siamo certi che il talento registico di George non basta per rimediare. Mariarosa Mancuso 29 LUG 2011
Lo Scorsese dei tempi migliori lo si ritrova sul boardwalk di Atlantic City Un uomo che potrebbe essere uscito da un quadro di Magritte cammina verso il mare. Le scarpe bicolori con i buchetti affondano nella sabbia bagnata. Una romantica bottiglia – potrebbe contenere un messaggio, chi lo sa? – galleggia sulle onde. Molte bottiglie, non più così romantiche, si avvicinano a riva, qualcuna va in frantumi contro i pilastri del molo. Ora riusciamo a leggere l’etichetta: “Canadian Whiskey”. Intanto abbiamo scorto, della sagoma magrittiana, qualche dettaglio: il portasigarette d’oro con le senza filtro da picchiettare prima di accenderle, il garofano rosso all’occhiello, lo spillone che chiude il colletto candido della camicia color pastello. Mariarosa Mancuso 28 LUG 2011